Biografia di Ferdinando Imposimato

Un uomo, Ferdinando Imposimato, che per tutta la sua vita ha coltivato, nel senso più profondo e autentico del termine, la Giustizia.

Per renderla prassi concreta, quotidiana, uguale per tutti non in astratto, ma nei fatti.

Una giustizia per tutti i cittadini che subiscono torti quotidiani e hanno pochi mezzi per far valere le loro ragioni.

Per le vittime innocenti di tanti, troppi reati che minano le radici della democrazia e della convivenza civile, come quelli compiuti dalla criminalità organizzata, che troppo spesso trova coperture ‘politiche’.

Per tutte le morti che fino ad oggi, e nel corso dei decenni, non hanno mai trovato giustizia: le vittime di stragi, di tanti, troppi buchi neri che tormentano la martoriata storia della nostra repubblica.

Proprio per questo, uno degli obiettivi prioritari che Imposimato ha seguito per tutta la sua vita è stato quello di coltivare e onorare la ‘memoria’.

E la ‘memoria storica’ è stato un altro dei cardini ai quali ha fatto costante riferimento. Come l’attuale, tragico momento storico che stiamo vivendo ampiamente dimostra. Soleva infatti spesso ricordare le parole del grande storico ateniese Tucidide: “conoscere il passato, per capire il presente e anticipare il futuro”.

Ferdinando Imposimato nasce il 9 aprile 1936 a Maddaloni, in provincia di Caserta. Figlio di Iolanda e Giuseppe, secondogenito di una famiglia numerosa, sei tra sorelle e fratelli.

Si laurea in Giurisprudenza all’Università di Napoli nel 1959 e dopo tre anni diventa vicecommissario di polizia, prima destinazione Brescia, poi Forlì.

Nel 1964 vince il concorso in magistratura. Dopo un breve periodo a Milano, è trasferito a Roma, ove ben presto è chiamato ad occuparsi di reati di particolare gravità, come i sequestri di persona a scopo di estorsione. Contribuisce all’operazione che porta all’arresto di esponenti della ‘Banda dei Marsigliesi’;  si occupa di ‘Anonima sarda’, malavita romana, ‘ndrangheta.

In qualità di Giudice Istruttore è impegnato sul fronte di parecchi importanti casi di terrorismo. Dall’inchiesta per il rapimento del Presidente della DC Aldo Moro, affidatagli solo dopo 8 giorni il ritrovamento di Aldo Moro (17.05.1978), all’attentato a Papa Woytila, dall’omicidio del vicepresidente del CSM Vittorio Bachelet a quello dei giudici Riccardo Palma e Girolamo Tartaglione, fino alla strage di Piazza Nicosia.

Un’altra inchiesta romana particolarmente complessa è quella sul banchiere siciliano legato a Cosa Nostra, Michele Sindona. E’ in questa occasione che conosce Giovanni Falcone, che indagava sul fronte siciliano: un’amicizia che si fa sempre più solida e aprirà la strada alla nascita del pool investigativo di Palermo, avamposto per la lotta alla mafia, collaborando attivamente anche con il capo della squadra mobile Boris Giuliano.

Nel 1981 istruisce il processo alla Banda della Magliana, e indaga a fondo sui legami con Cosa Nostra, ambienti del terrorismo, dell’alta finanza, dell’imprenditoria, della politica.

E’ l’anno in cui il regista Francesco Rosi – del quale diventerà grande amico – gira il film ‘Tre Fratelli’, che si ispira alla vita dei fratelli Imposimato: uno giudice, uno direttore di carcere e uno operaio-sindacalista.

E proprio quest’ultimo, Franco, tra i fondatori del gruppo archeologico di Maddaloni, impegnato a valorizzare storia e identità culturale della cittadina, viene barbaramente ucciso l’11 ottobre 1983: una tremenda vendetta trasversale, per via delle inchieste condotte dal fratello sulla Banda della Magliana. Gli sono vicini tutti, il Presidente Sandro Pertini, il caro amico Federico Fellini, i concittadini e l’Italia tutta.

Nel dicembre 1983 gli viene conferita la medaglia d’oro intitolata a Carlo Alberto Dalla Chiesa per aver “reso servizi eccezionali alle istituzioni del Paese: ha rigettato e superato con forza ogni tentativo di minaccia e intimorimento, ed ha voluto restare sui suoi difficili processi anche dopo che gli hanno ucciso il fratello”.

Nel 1984 viene designato dal nostro Paese come rappresentante italiano al Consiglio d’Europa.    Partecipa a molte riunioni del ‘Working Party’, il team multidisciplinare per la lotta al terrorismo internazionale e redige la “mozione finale” approvata all’unanimità dai rappresentanti dei 16 paesi dell’Europa. La prestigiosa rivista francese ‘Le Point’ lo indica come uomo dell’anno: “Il Giudice coraggio”.  Il britannico ‘The Times’ gli dedica una pagina e lo definisce ‘Scudisciatore della mafia’. E sempre nello stesso anno l’ONU, in occasione dell’anno della gioventù, lo sceglie come ‘Il Simbolo della Giustizia’. Difatti le minacce mafiose a lui ed alla sua famiglia purtroppo continuano.

Il suo impegno ‘istituzionale’ e organizzativo nel contrasto alla mafia ed al terrorismo è esemplare. Nel 1986 viene scelto come consulente legale delle Nazioni Unite per la lotta ai traffici di droga, uno dei canali privilegiati di finanziamento delle organizzazioni criminali. Va in missione più volte, per incarico dell’ONU, nei paesi dell’America Latina, per contribuire a rafforzare i sistemi legali contro il narcotraffico, una piaga sempre più devastante.

Sempre nel 1986 scrive sei soggetti per la RAI, che verranno co-prodotti tra le televisioni europee.

Si tratta di sei storie giudiziarie ‘vere’ , nate dall’esperienza umana e professionale,  dal titolo ‘Il giudice istruttore’.

Viene eletto al Senato come ‘Indipendente di sinistra’ sia alle politiche del 1987 che a quelle del 1994. Alla Camera, invece, in occasione del voto nel 1992. Durante tutto il suo impegno politico segue le vicende inerenti l’organizzazione militare clandestina Gladio ed i grandi appalti ed a decorrere dal marzo 1991 si reca spesso alla Direzione Affari Penali, ove scambia con l’allora direttore, Giovanni Falcone, le proprie competenze sul riciclaggio di denaro, proveniente dal traffico internazionale di droga, reinvestito in diverse operazioni immobiliari-finanziarie.

Per tutte e tre le legislature è membro della ‘Commissione Parlamentare Antimafia’. Presenta numerosi disegni di legge sulla riforma dei servizi segreti, gli appalti pubblici, la corruzione, i sequestri di persona, la dissociazione, il terrorismo.

Nel 1999 termina la sua carriera di Magistrato con la qualifica di Presidente Onorario aggiunto della Corte di Cassazione.

Nello stesso anno viene insignito dell’onorificenza di ‘Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana’ dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi.

Dal 2001 al 2008 partecipa, in qualità di Giudice, alla trasmissione ‘Forum’ su Canale 5 e Rete 4 riscuotendo notevole apprezzamento per la sua conoscenza ed umiltà.

Dal 2002 al 2014 è docente di procedura penale alla facoltà di Scienze forensi dell’Università La Sapienza di Roma e professore di diritto penale all’Università de L’Aquila. In entrambe le facoltà si dedica con passione ed impegno alle tesi di laurea di molti studenti in qualità di relatore.

Ha collaborato dal 2003 al 2007 alla rivista fondata da Piero Calamandrei ‘Il Ponte’.

Ha collaborato dal 2007 al 2014 al mensile d’inchiesta ‘La Voce delle Voci’, con la quale è diventato ‘giornalista pubblicista’.

E’ stato collaboratore e consulente di Don Pierino Gelmini per il recupero dei tossicodipendenti, in Italia e all’estero.

Nel 2015 ha contribuito all’apertura, presso la Casa Circondariale di Rebibbia, di uno sportello per l’assistenza legale gratuita ai detenuti.

Nell’aprile 2016 è premiato come Ambasciatore della natura dal Centro Parchi Internazionale, per essersi distinto con grande impegno nella difesa del patrimonio ambientale.

Nel dicembre 2016 è il portavoce di numerosi cittadini, di  quella Italia che crede nei valori fondanti la Carta costituzionale, e non condivide lo stravolgimento proposto dalla riforma. La vittoria del NO viene determinata anche dal lavoro sul campo, con tutto il suo staff, in oltre 140 incontri in tutto il Paese.

Scrive molti libri. Alcuni di essi hanno fatto ‘storia’, perché

profondamente anticipatori e capaci di svelare ‘misteri’ fino a quel momento ‘intoccabili’ (‘Doveva Morire’ sul caso Moro,   ‘Corruzione ad Alta velocità’ sul grande business del TAV, ‘Attentato al Papa’ e ‘La Repubblica delle stragi impunite’).

Eccoli, in ordine cronologico.

Ha scritto numerose introduzioni e prefazioni per libri di altri autori.

  • 1999 – Corruzione ad Alta Velocità – co-autore con G.Pisauro,    S.Provvisionato – editore Koinè
  • 2000 – Un juge en Italie: pouvoir, corruption, terrorisme. Les dossiers noir de la Mafia, Paris
  • 2002 – Vaticano – Un affare di Stato  –  editore Koinè
  • 2002 – La verità nascosta – Terrorismo internazionale – editore Koinè
  • 2006 – La grande menzogna – editore Koinè
  • 2008 – Doveva Morire – co-autore Sandro Provvisionato – editore Chiarelettere
  • 2009 – L’errore giudiziario – editore Giuffrè
  • 2011 – Attentato al Papa – co-autore Sandro Provvisionato, editore Chiarelettere
  • 2012 – La Repubblica delle stragi impunite – editore Newton Compton (si aggiudica il ‘Premio Roma 2013’ per la saggistica)
  • 2013 – L’Italia segreta dei sequestri – editore Newton Compton
  • 2014 – I 55 giorni che hanno cambiato l’Italia – editore Newton Compton